Mi raccomando… “non correre che sudi!”

Questa frase l’avete mai sentita?

Spesso l’attenzione per l’altro si traduce in ansia, che sia il partner, un amico, un parente, figuriamoci un figlio!

Le mamme per lo loro natura sono attente e convivono con moltissime ansie sui propri figli. alcuni rituali educativi sono spesso finalizzati a creare una sorta di equilibrio accettabile tra l’ansia da genitore e la necessità di libertà che un figlio richiede.

In realtà per molti genitori tale ansia non svanisce con il crescere dei figli, anzi, spesso ci si ritrova a sentire il vecchio detto “….Figli grandi, guai grandi”.

Quali utili suggerimenti possono consentire una maggiore serenità nelle relazioni importanti della nostra vita?

Tutto inizia da bambini, un genitore eccessivamente ansioso genera figli preoccupati e di conseguenza ansiosi o poco tendenti all’esplorazione, sarà un sistema che si autoalimenta facendo delle relazioni il campo di sperimentazione di ansie, paure e delusioni.

E’ utile fidarsi dell’altro e soprattutto dei propri figli lasciando anche lo spazio per l’errore, un buon processo educativo che accompagna il bambino in modo sano nella crescita favorisce l’acquisizione in età adolescenziale di un adeguato senso critico.

L’adolescenza è il periodo in cui tale senso critico viene messo alla prova attraverso comportamenti che spesso sono per “tentavi ed errori”, ma grazie ad un buon supporto familiare, al giusto equilibrio tra libertà e supervisione condivisa, il giovane adulto diviene parte della società.

Diversi studi scientifici hanno evidenziato come i disturbi d’ansia nei più giovani se non trattati correttamente possono preludere a depressione, abuso di sostanze e peggioramento nei risultati scolastici.
Lo studio è stato effettuato su un piccolo campione, 70 bambini di età compresa fra i 6 e i 16 anni giunti all’attenzione dei ricercatori a causa dei loro problemi di ansia: gli studiosi hanno cercato di capire se dietro i loro comportamenti ansiosi vi potesse essere in qualche modo anche il comportamento dei genitori.

E’ emerso che molti dei ragazzi ansiosi avevano genitori che avevano approcciato male il loro disturbo, cercando di caricarsi sulle spalle le ansie dei figli e impedendo loro di viverle.
Un bambino in ansia per qualche motivo va rassicurato e coccolato, ma se ha paura di dover fare un compito a scuola, bisogna incoraggiarlo a sostenerlo e non certo tenerlo a casa per evitargli il disagio.
Un bambino che ha vergogna di parlare in pubblico va incoraggiato a farlo e non bisogna, per esempio, fare l’ordinazione al suo posto al ristorante, anzi un modo per fargli vincere la paura è consentirgli, ad esempio, di fare l’ordinazione a voce per tutta la famiglia.
Lo studio non dimostra che la causa dell’ansia dei figli è l’atteggiamento iperprotettivo dei genitori, ma sicuramente fra i due fenomeni c’è un nesso, per questo la fatica più grande per un genitore non è tenere il figlio sotto una campana di vetro, ma il saper elaborare strategie vincenti che lo aiutino a superare le difficoltà della vita.

Sibilla Giangreco

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