Sessuologia

Sessualità, funzioni e disfunzioni

La #sessuologia è lo studio della #sessualità umana e delle sue manifestazioni, studia tutti gli aspetti della sessualità, vale a dire lo sviluppo sessuale, i meccanismi dei rapporti umani sul piano della relazione sessuale, il comportamento sessuale e le relazioni affettive, inclusi gli aspetti fisiologici, psicologici, medici, sociali e culturali.
La Sessuologia è una scienza che si è recentemente sviluppata ed è crocevia di diverse discipline quali la medicina , la psicologia e la sociologia.
Sta inoltre studiando la sessualità in aree specifiche, quali la disabilità, l’adolescenza e la senilità, ma anche forme particolari di parafilie (perversioni) o diverse e nuove disfunzioni sessuali, ossessioni sessuali, abusi sessuali, ma anche temi specifici quali l’aborto e le nuove tecniche di riproduzione.
Obiettivi della sessuologia è quello di comprendere e spiegare la sessualità (aspetto descrittivo) ma soprattutto la la cura dei disturbi sessuali e degli aspetti patologici di quest’ultimi, nonchè l’educazione alla sessualità finalizzata alla prevenzione dei disagi di origine sessuologica.
Sibilla Giangreco – Psicoterapeuta e Specialista in Sessuologia Clinica

Pillole di sessuologia

 Il piacere sessuale aumenta la speranza di vita! 
Alcuni studi dimostrano che una buona consapevolezza sessuale aumenta la speranza di vita di circa 10 anni

– Il piacere sessuale calma il dolore! 
Ciò grazie alla produzione di endorfine che hanno proprietà antalgiche

– Il piacere sessuale scolpisce i nostri corpi! 
L’atto sessuale coinvolge addome, glutei e cosce. Agisce inoltre sul funzionamento digestivo

 Il piacere sessuale è nemico dell’insonnia! 
Le endorfine sprigionate da coccole e intimità favoriscono il rilassamento

 Il piacere sessuale rinforza le nostre difese immunitarie! 
L’ossitocina spigionata nel bacio contribuisce a rinforzare il sistema immunitario

FEMMINILITA’ E SESSUALITA’

Oggi la femminilità risulta alterata nei suoi attributi più significativi, profondi e spirituali.
È stata trasformata in simbolo erotico se non proprio sessuale e/o genitale.
Il corpo della donna appare usato ossessivamente nella pubblicità, nel cinema, nella televisione, sempre più erotizzato e sempre più espresso nella pornografia. 
Telefoni erotici, videocassette a iosa, riviste, offerte per scambi di coppie, etc.etc.
Tutto questo ha portato a considerare la sessualità come espressione non separata dalla femminilità ed inoltre, come qualcosa di facile, semplice, fruibile senza limiti, libera e libertaria.
Questa lettura è però del tutto falsa proprio perché si moltiplicano a non finire le richieste d’aiuto psicologico, sono sempre più frequenti le accuse per molestie sessuali nell’ambito lavorativo o familiare, si moltiplicano i casi di abuso e di delitti passionali.
Diventa necessaria una lettura più meditata, precisa e profonda sulle problematiche che riguardano la femminilità, la sessualità ed i rapporti intimi.
Sin dai tempi antichi, la femminilità e la sessualità erano intrise di porzioni importanti di spiritualità, di valori e di rispetto.
Oggi, al contrario, la femminilità, quasi intesa come semplice espressività sessuale, ha subito una scissione che ha portato a separare lo spirito dal corpo.
La donna è diventata corpo, merce pubblicitaria, oggetto usabile ed usufruibile.
All’estremo, si può osservare anche come la donna sia diventata non più oggetto di una coppia, ma oggetto a se stante, da ammirare, se vogliamo, ma difficilmente integrabile in un ambito diadico: la coppia.
Questo ha portato non solo a rendere più facili (quasi una normalità) le separazioni consensuali, ma a considerare più appetibili le coppie di fatto (come se così i vincoli fossero più facili da sciogliere).
La donna oggetto è diventata anche più difficile da raggiungere, da ottenere e ne pagano le conseguenze i giovani maschi che preferiscono mantenere rapporti con gli “amici” piuttosto che impegnarsi in una ricerca che richiede sforzo di adattamento, impegno responsabile, elasticità mentale, spirito altruistico, rispetto incondizionato dell’Altro che deve essere considerato come “un valore, “una risorsa”.
Va considerato anche un aspetto particolare che riguarda la “pornografia” che, soprattutto in televisione, ha assunto un aspetto omosessuale e voyeuristica (le immagini si riferiscono per lo più a ragazze avvenenti che si masturbano da sole o con altre donne).
L’aver operato una frattura tra corpo e anima (retaggio di principi che a noi sono venuti dalle concezioni etico-morali di S. Romana Chiesa) ha portato anche a creare confusione sul valore incommensurabile della donna,della femminilità e della sessualità.
Emanuela Perri riporta che una frantumazione della donna (intesa come Gaia o Dea-madre-creatrice-Terra) può essere individuata nella mitologia greca dove troviamo:
−Afrodite = dea della bellezza, dell’amore e della fecondità; l’amante facile e licenziosa (Venere per i romani);
−Demetra= figlia di Crono e Rea, sorella di Zeus; assolve il ruolo materno (Cerere per i romani);
−Era Licinia = moglie di Zeus e moglie gelosa che rappresenta la frustrazione (Giunone per i romani);
−Artemide= figlia di Zeus e Leto, sorella di Apollo, rappresenta l’aspetto dell’isolamento di lidi selvaggi (Diana per i romani);
−Atena= figlia di Zeus e della prima moglie Metide; dea della guerra, ha in sé l’espressione cerebrale e razionale (Minerva
per i romani).
Questa divisione mitica viene mantenuta anche nel paganesimo romano per poi giungere alla visione cristiana nella quale viene creata una strana frattura tra:
−Vergine Maria, madre di Gesù; simbolo di ogni bene;
−Maria Maddalena, che accompagna Gesù in tutto il suo peregrinare e poi ai piedi della croce, che rappresenta però l’immagine (forse totalmente falsa) della peccatrice, indegna, posseduta dal demonio, redenta.
In questo modo, la femminilità (già mascherate da una colpevole sessualità) viene rappresentata come un binomio perverso e malefico (ricordiamo i “Diavoli di Loudon”). Ancor oggi, questi temi suscitano difficoltà culturali ed assurde inibizioni che, a nostro parere, possiamo decifrare dalla considerazione che nelle
pagine italiane di Internet – Google troviamo un numero di voci pari a:
−Amore 23.700.000;
−Sessualità 2.030.000 (386.000 senza accento);
−Femminilità 460.000 (48.000 senza accento).
Il doppio messaggio, che ancora serpeggia nella nostra società, diventa un motivo forte di disagio, di disordine e di difficoltà relazionale.
Il rapporto uomo-donna è contaminato da considerazioni legate al potere, alla contrapposizione tra maschilismo e femminismo e ad un senso di insicurezza, di fallimento e di smarrimento.
La gravità della situazione è sottolineata dal costante aumento dell’omosessualità (maschile e femminile) e dell’uso di psicofarmaci (antidepressivi e ansiolitici) che sempre più rispondono ad una frustrazione ed all’angoscia di sentire che “… non c’è nulla da fare!”
Vicki Noble, in “Il risveglio della Dea”, chiede di compiere un passo evolutivo, di superare la confusione, riscoprendo il sacro e l’unione spirituale che si vivono attraverso la sessualità. Mantenere il sacro patto che dà senso all’incontro ed alla relazione, diventa il mezzo per superare dolori, disillusioni, difficoltà e traumi.
Questo però si ottiene scegliendo la via della crescita spirituale, emotiva, affettiva e personale. Una vita di rinuncia continua nei confronti di se stessi va inesorabilmente,verso il fallimento perché si carica di rimproveri, di accuse, di rinunce, di fallimenti che inducono una rabbia feroce ed insuperabile.
Quando parliamo di spiritualità ci riferiamo alla conquista quotidiana di sé, che si arricchisce di verità solo e solamente nell’occhio limpido dell’Altro/a, che si riempie di valori fondanti nel riconoscimento del valore intrinseco dell’Altro/a che è capace di restituire valore: la funzione timologica e poetica della vita. Per cercare la “felicità”, bisogna arricchirsi di emotività, di affettività e di cognizione spirituale che è fatta di comprensione, altruismo, generosità, disponibilità, riconoscenza, senso del limite ed anche di una costante e positiva autocritica.
(Romeo Lucioni – A.I.P.R.E.C.- Associazione Italiana di Prevenzione, Riabilitazione e Cura Medico chirurgo Specialista in Psichiatria)

RELAZIONE DI COPPIA E SESSUALITÀ

Il sesso è ingrediente fondamentale in ogni relazione di coppia.

Può essere il buon segnale dell’intimità che vige tra i partner. In questo caso i sentimenti di amore ed il desiderio vanno di pari passo dando un grande contributo all’armonia della relazione.

In molte coppie il sesso ha altre valenze e ne risaltano le sue funzioni non sessuali. C’è chi gli attribuisce la funzione di sonnifero. Chi di sedativo. Chi di antidepressivo. Chi, anche, di momento di rassicurazione e di possesso. In quest’ultimo caso il sesso è una mina vagante che difficilmente porta ad entrambi piacere e quindi sintonia.

Occorre distinguere tra sesso e sessualità

Molte coppie, infatti, fanno sesso senza riuscire ad esprimere una sessualità piacevole. Quest’ultima è fatta di ingredienti che vanno ben oltre il coito, rispettando tutti i suoi momenti preparatori: di gioco, di comunicazione, di intimità. Tra queste coppie vi sono quelle nelle quali il sesso ha la funzione di sanatoria di litigi aspri e delle conseguenti tensioni. Vi sono anche quelle nelle quali uno dei due partner gli attribuisce la funzione di essere una prova dell’amore dell’altro nei suoi confronti. Insomma, malgrado il sesso sia necessario alla vita di coppia, non è sufficiente . Occorre che gli sia dato il dovuto spazio, la dovuta attenzione, la dovuta cura, perché sia funzionale al piacere e alla felicità della coppia. Di fatto la sessualità si prepara fuori dal letto, negli atteggiamenti della vita quotidiana . E’ molto difficile che essa sia un vero terreno di incontro quando lo scontro, l’ostilità, la lotta per il potere o per affermare il proprio ruolo sono nel repertorio consueto dei partner.

Evidentemente ancor più problematica è la situazione in cui tra i partner non c’è più sesso e, di solito, neppure intimità. Questo distacco, che nasce da un disimpegno emotivo e lo alimenta, porterà i due attori sempre più lontani uno dall’altro anche nelle cose della vita quotidiana.

L’ORGASMO – ORGASMO FEMMINILE E ORGASMO MASCHILE

A cura di Alberto Castagna,
con la consulenza del Sessuologo

L’orgasmo è una situazione psicofisica che porta l’individuo, sia di sesso maschile che femminile, a vivere il massimo grado dell’espressione del piacere erotico-sessuale. Esso è inoltre la parte finale del cosiddetto ‘ciclo di risposta sessuale‘ che si compone di tre fasi: l’eccitamento, il plateau e appunto, l’orgasmo, cui segue una quarta fase di rilassamento della tensione sessuale (risoluzione). Tale percorso è stato individuato e descritto da William Masters e Virginia Johnson, i fondatori della sessuologia moderna. Più dettagliatamente, vi è una fase ancora precedente all’eccitamento, la fase del desiderio, nella quale l’uomo e la donna attivano la parte cognitiva rispetto alla sessualità attraverso l’immaginazione; nella fase dell’eccitamento, invece, si attiva la parte più corporea e maggiormente legata alla risposta fisiologica della sessualità (l’erezione nell’uomo e la lubrificazione, ad esempio, nella donna), a seguito di stimoli erotici e fisici e stimoli sensoriali. Il perdurare dell’eccitazione fisica, detta plateau, è il presupposto dell’orgasmo, il picco massimo del ‘ciclo di risposta sessuale’ cui segue la fase di risoluzione, ove si assiste ad un ritorno alla normalità e ad uno stato di quiete, coincidente con una detumescenza dei corpi cavernosi per quanto riguarda il pene e una non lubrificazione per quanto riguarda la donna.

Egon Schiele, “Gli amanti”, 1917.

Come avviene l’orgasmo
Nelle fasi del desiderio sessuale e dell’eccitazione, le reazioni degli organi maschili e femminili sono ovviamente diverse, così come è anche diversa la sensazione orgasmica e la sua manifestazione, anche se vi possono essere fenomeni comuni ad entrambi come le contrazioni muscolari dell’ano, dei muscoli pelvici e degli organi sessuali.
Nella donna, nelle fase che precede l’orgasmo, le pareti vaginali si lubrificano (‘trasudato vaginale‘) e l’aumento del flusso sanguigno nei tessuti spugnosi provoca una dilatazione del clitoride, il piccolo organo sensoriale all’interno dell’apparato genitale, che si sporge verso l’esterno per l’intera fase che precede l’orgasmo, la fase di plateau. In prossimità dell’orgasmo, quindi, si assiste ad una diminuzione delle dimensioni della vagina del 30% circa, mentre il clitoride si ritira all’interno del prepuzio. L’orgasmo è quindi l’effetto di un processo di contrazioni involontarie (contrazioni perivaginali) che avvengono, per effetto di alcune fasce muscolari, nella zona della vagina cosiddetta ‘terzo esterno’ (corrispondente alla prima porzione del canale). In coincidenza con l’orgasmo, sono coinvolte altre parti del corpo: oltre ai fenomeni suddetti, si registrano anche un aumento della respirazione e dei battiti cardiaci, lo spasmo involontario dei piedi e l’obnubilamento della coscienza.
Nell’uomo, naturalmente, le manifestazioni orgasmiche sono più evidenti, dal momento che l’orgasmo coincide con l’eiaculazione. Va detto, però, che anche molte donne espellono del fluido durante l’orgasmo, proveniente dalle minuscole ghiandole di Skene che si trovano attorno al meato uretrale; tali ghiandole possono anche non essere presenti e in questo caso il fenomeno della cosiddetta “eiaculazione femminile” non si verificherà.

TIPI DI ORGASMO

Un errore culturale, sociale e immaginativo molto diffuso riguarda il fatto che la donna possa avere due tipi di orgasmo, l’orgasmo vaginale e quello clitorideo. In realtà l’orgasmo, per l’uomo così come per la donna, è uno solo: nella donna cambia solo il tipo di stimolazione per raggiungere l’orgasmo, che può riguardare sia la vagina che il clitoride. Ma se esiste un orgasmo finale, come quello provocato dalla stimolazione clitoridea, esistono anche delle sensazioni vaginali che durante il rapporto possono essere molto intense e che vanno ad incidere sulla stimolazione, sia diretta che indiretta, dello stesso clitoride per far sì che la donna possa raggiungere l’orgasmo e quindi la fase finale del ciclo di risposta sessuale.
In altre parole, si può dire che nella donna, rispetto all’uomo, vi siano svariate sfumature di piacere con forti caratteristiche e un’intensità non minore di quella che si sperimenta con l’orgasmo e ciò per effetto della sua maggiore emotività rispetto all’uomo. Tali fenomeni non si verificano nell’uomo il quale ha generalmente difficoltà a trattenere il piacere prima dell’eiaculazione. La donna può quindi vivere la sensazione del piacere in un’esperienza temporalmente allungata che non necessariamente coincide con quella dell’uomo; ciò può essere causa di crisi all’interno di una coppia che per scongiurarla dovrà comprendere l’importanza della comunicazione e l’opportunità di gestire al meglio le proprie esigenze e le libertà sessuali.

L’orgasmo multiplo
Un fenomeno che riguarda solo le donne è quello della molteplicità orgasmica. Tale prerogativa è solo femminile in base alla differente fisiologia, per cui la donna non ha il periodo di refrattarietà all’orgasmo. Nell’uomo, in una curva ascendente che dall’eccitazione porta al plateau e quindi al picco massimo costituito dall’orgasmo, al termine della fase della risposta sessuale segue una discesa verso il basso, il periodo di latenza detto periodo refrattario, durante il quale, tra l’altro, vengono ripristinati i liquidi eiaculatori. Alla donna, invece, il periodo di refrattarietà manca e dunque potrà mettere in atto, se ha ancora voglia di essere stimolata ed eccitata, degli orgasmi multipli. Sarebbe a dire che dopo aver raggiunto l’orgasmo, la sua eccitazione potrà calare leggermente per poi tornare intensa in tempi molto rapidi e dare vita ad un nuovo orgasmo, in una sequenza che viene denominata, per l’appunto, multiorgasmia.

La difficoltà (o l’impossibilità, in alcuni casi) da parte di alcune donne a raggiungere l’orgasmo (ciò che ancora oggi viene indicata erroneamente come “frigidità“) non è riconducibile a problemi di ordine fisiologico. Alla base di tali fenomeni, come anche di disfunzioni legate all’eccitazione, vi sono sempre motivi di carattere psico-emotivo o relazionali: donne che talvolta hanno difficoltà a comprendere come sono fatte o che hanno una bassa stima di sé, o che presentano una chiusura e impossibilità di vivere in maniera serena, libera e soddisfacente la risposta sessuale.

12 curiosità che (forse) non sai sulla sessualità femminile

Ecco una rapida carrellata di curiosità sulla sessualità femminile liberamente tratte dal blog di Betty Dodson (sessuologa americana che si auto-definisce “femminista proattiva verso la sessualità”).

Alcune fanno sorridere, altre forse disorientare un po’: consideratele semplici spunti di riflessione per questioni ben più rilevanti!

  1. David Buss e Cindy Meston (professori di psicologia all’Università del Texas) hanno rilevato che le donne con i seni piccoli sono più sensibili alla stimolazione erotica rispetto alle loro consimili più dotate. Inoltre, la sensibilità del seno tenderebbe a diminuire con l’età in tutte le donne.
  2. La professoressa Elizabeth Lloyd dell’ Indiana University ha evidenziato che solo una percentuale compresa tra il 15 e il 35% delle donne raggiungono l’orgasmo durante il rapporto sessuale senza alcuna stimolazione clitoridea di accompagnamento.
  3. I genitali femminili svolgono un ruolo decisivo nel favorire la paternità: la vagina non è semplicemente un collettore di spermatozoi che offre pari opportunità, ma è in grado di scegliere e selezionare il seme migliore per fecondare l’uovo femminile. Sembra infatti che il canale vaginale sia un luogo piuttosto ostile per i piccoli nuotatori: solo quelli geneticamente più validi raggiungono l’agognata meta.
  4. Questo è uno dei motivi in base ai quali in natura la monogamia è un evento piuttosto singolare: nel regno animale non è raro che una femmina si accoppi con più maschi durante il proprio periodo riproduttivo. In questo modo può “scegliere” quello che è geneticamente più compatibile con il suo corpo: è il modo di madre natura di garantire una prole sana.
  5. Attorno alla trentina, le donne sono più propense a tradire: alcuni autori spiegano che la fertilità comincia a diminuire, così, per massimizzare ciò che resta, le donne si guardano più facilmente attorno (spesso alla ricerca di un partner “migliore” di quello che già hanno).
  6. Il punto G consiste in un insieme di ghiandole parauretrali che possono essere stimolate attraverso la parete superiore della vagina, e sarebbe presente circa nel 66% delle donne. In alcune donne si troverebbe nella zona che circonda una parte dell’uretra alla base della vescica (a circa sei-otto centimetri dall’ingresso della vagina), mentre in altre le ghiandole sarebbero distribuite lungo tutto il canale.
  7. Non tutte le donne hanno davvero una ghiandola della prostata (punto G). In alcune donne, anche se le ghiandole parauretrali “tecnicamente” sono presenti, in realtà sono così sottosviluppate che possono contribuire ben poco al piacere sessuale. Esistono tuttavia molte altre strade per arrivare al piacere, quindi non è il caso di preoccuparsi in caso di “sospetta latitanza” del punto G.
  8. Il record di orgasmi femminili ottenuti nell’arco di un’ora durante uno studio di laboratorio è di 134. Le donne hanno un’anatomia tale che l’orgasmo multiplo è spesso solo una questione di pratica: l’esperienza insegna che l’orgasmo non arriva soltanto per caso, ma si apprende, si coltiva… e si moltiplica.
  9. È ormai evidenza scientifica il fatto che il clitoride sia composto diverse parti, delle quali la parte più visibile è il bottone piccolo (o glande); il resto si trova nascosto dietro le grandi labbra… insieme alle sue oltre 6.000 terminazioni nervose.
  10. Diverse ricerche mostrano che durante il periodo dell’ovulazione (quando, cioè, vi è maggiore probabilità di concepire) la donna indossa i suoi abiti più vistosi. Alla base ci sarebbe la spinta di attirare l’attenzione del maschio della specie.
  11. Durante lo sviluppo in gravidanza, il clitoride si evolve dallo stesso materiale embrionale del pene: dal punto di vista biologico si tratta quindi, sostanzialmente, dello stesso organo.
  12. Le donne pluri-orgasmiche sono fortunate non solo in termini puramente numerici, ma anche di rapidità. Catherine Blackledge (giornalista scientifica britannica) ha riportato che mediamente durante il rapporto sessuale le donne pluri-orgasmiche arrivano al culmine in 8 minuti, mentre le donne che sono solo in grado di raggiungere l’orgasmo singolo avranno bisogno di almeno 27 minuti